Errore diagnostico: responsabilità e contestazioni nel contesto sanitario
In ambito sanitario una delle contestazioni più frequenti è quella dell’errore diagnostico.
Per “errore diagnostico” si intende l’ipotesi del sanitario che, dinanzi a uno o più sintomi di una malattia, non li riconduce a una patologia nota o li riconduce a una patologia errata oppure quando il sanitario omette di sottoporre il paziente ai controlli e agli accertamenti che invece sono doverosi per formulare una corretta diagnosi.
Le implicazioni dell’errore diagnostico e le sue conseguenze legali
La condotta del medico è colposa anche quando la sintomatologia lamentata dal paziente dovrebbe indurlo a formulare una diagnosi differenziale, ma egli non vi provvede e resta nella posizione diagnostica iniziale, errata.
Tale fattispecie oggettiva, che è potenzialmente pericolosa per la salute del paziente, può comportare l’avvio di un processo civile e/o di un processo penale a carico dei responsabili.
Ricordiamo però che le regole processuali sono diverse a seconda che ci si trovi davanti a un giudice civile o ad un giudice penale.
Sentenza della Corte di Cassazione: definizione di causa e nesso eziologico nell’errore diagnostico
Sebbene in entrambi i giudizi l’azione e l’evento debbano essere legati tra loro da un nesso causale, l’accertamento del nesso eziologico segue regole giurisprudenziali differenti ed è certamente più rigoroso in ambito penale.
La sentenza n. 47748/2018 della Corte di Cass. IV sez. penale approfondisce la tematica e afferma che è “causa” di un evento quell’antecedente senza il quale l’evento stesso non si sarebbe verificato: un comportamento umano è dunque causa di un evento solo se, senza di esso, quell’evento non si sarebbe verificato (formula positiva); non lo è, se anche in mancanza di tale comportamento, l’evento si sarebbe verificato ugualmente (formula negativa).
Processo legale nell’errore diagnostico: implicazioni per i professionisti sanitari
Da questo concetto nasce la nozione di “giudizio controfattuale”, che è l’operazione intellettuale mediante la quale, pensando assente una determinata condizione (la condotta antigiuridica dell’imputato), ci si chiede se, nella situazione così mutata, si sarebbe verificata, oppure no, la medesima conseguenza: se dovesse giungersi a conclusioni positive, risulterebbe evidente che la condotta dell’imputato non costituisce causa dell’evento.
In tema di responsabilità medica, dunque, è indispensabile accertare il momento iniziale della malattia e la sua successiva evoluzione poiché solo in tal modo è possibile verificare se, ipotizzando come realizzata la condotta dovuta dal sanitario, l’evento lesivo sarebbe stato evitato o posticipato.
Legal Team Sanasanitas